Qual è il rampicante giusto per ogni angolo del giardino o del terrazzo? E’ una domanda che ricorre spesso fra i paesaggisti, i giardinieri e, ovviamente, i padroni di casa. Poco costosi e molto generosi, questi arbusti regalano ghirlande di fiori e foglie che si arrampicano sino ai tetti o ricadono da balconi e pergolati in cascate di boccioli. Come sanno gli architetti del verde, nel disegno del giardino sono persino più importanti di alberi e cespugli. Grazie a loro, si possono creare scenari per ogni esigenza: dal piacere di vedere spuntare all’improvviso la primavera su una cancellata, alla voglia di fabbricare un gazebo profumato, dal bisogno di mascherare un muro malconcio, alla soddisfazione di condurre tralci fioriti di terrazzo in terrazzo. Nel ventaglio della specie, ce n’è una che merita quest’anno un posto d’onore: perfetta per bersò e treillage, l’Actinidia kolomikta, parente stretta del kiwi, è la pianta ideale per ricordare a tutti la nostra bandiera nel 150° dell’Unità d’ Italia. Le sue foglie verdi, quando sono ben esposte al sole, si screziano di bianco e rosa vivo, quasi Magenta. Fra le foglie tricolori sbocciano poi i fiori candidi e profumatissimi e i frutti dorati, buoni da mangiare. Ma per averne in abbondanza è necessario piantare almeno due esemplari di questa pianta, uno femminile e uno maschile.
Veniamo, poi, alle clematidi. Le prime ad aprirsi, dopo le gelate di marzo, sono le corolle stellate della Clemais montana. Robusta, in grado di resistere alle basse temperature invernali, ideale per vestire con i fusti volubili e leggeri le recinzioni fra un giardino e un altro, con la profusione di fiori bianchi o rosati, questa rampicante segna il passaggio dall’inverno alla primavera. Alla montana seguono, nel calendario botanico, la viticella Prince Charles che sembra aver rubatoal cielo e al mare il colore dei petali e la robusta clematis, che fiorisce all’inizio dell’estate. Senza dimenticare la raffinata Madane la Coultre, con i grandi fiori bianchi capaci di illuminare con il loro candore arcate e padiglioni. Durante i mesi freddi la maggior parte perde le foglie. Ma non c’è da preoccuparsi, perchè rispuntano a primavera con le loro belle tonalità dal verde chiaro al bronzo. Per tutte vale l’adagio, ben noto ai pollici verdi: la clematide vuole i piedi all’ombra, ma la testa al sole. Meglio, dunque, proteggere la base della pianta con un piccolo cespuglio, per esempio una lavanda.
Subito dopo le clematidi, si gonfiano i racemi dei glicini e in pochi giorni trasformano gli androni dei palazzi e le terrazze delle ville con le loro cascate di grappoli bianchi, celesti o violetti. Con il loro profumo di miele, queste autentiche liane, capaci di raggiungere in pochi anni altezze vertiginose, sono le più decorative fra i climber vegetali. Ma per fiorire bene, hanno bisogno di sole e soprattutto d potature severe, da effettuarsi dopo la caduta delle foglie nella stagione invernale.
Grazie alla loro esuberanza, i caprifogli sono utili per mascherare pilastri e recinzioni, che rivestono in breve tempo diffondendo nei dintorni il profumo soave dei loro fiori bianchi e giallini. Alle rose spetta, come sempre, il ruolo delle regine dei fiori: ornare piccole pagode, pergolati, soprattutto ingentilire le facciate delle case.