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Come Funzionano i Tasselli Chimici

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  • Anatomia della cartuccia e meccanismo di miscelazione
  • Fasi operative passo-passo
  • Tipi di resina e campi d’impiego
  • Vantaggi rispetto ai tasselli meccanici
  • Accortezze e limiti
  • Norme e certificazioni
  • Conclusioni

Un tassello chimico, o ancoraggio a resina, fissa barre filettate o ferri d’armatura dentro murature e calcestruzzo non per espansione meccanica, ma grazie a un compound che polimerizza in situ. Il foro viene riempito con una resina bicomponente; la barra, inserita a rotazione, mescola resina e indurente e ne resta interamente avvolta. Una volta reticolata, la massa sintetica aderisce alle pareti del foro e “incolla” la barra, distribuendo i carichi lungo tutta la profondità invece di concentrarli in un’unica zona di espansione come avviene nei tasselli tradizionali. Da qui la doppia virtù del sistema: elevatissime capacità di trazione e taglio, più la possibilità di lavorare in materiali fragili (calcestruzzi fessurati, laterizio alveolare, pietra) dove un tassello meccanico spaccherebbe il supporto.

Anatomia della cartuccia e meccanismo di miscelazione

La cartuccia – somigliante a quella di un sigillante – ospita due camere separate: una contiene la resina (vinilestere, metacrilato, epossi-acrilato o epossidica pura), l’altra l’indurente. All’estrusione, i due flussi confluiscono in un mixing nozzle, un beccuccio a spirale che li costringe a più inversioni di flusso, miscelandoli omogeneamente. La resina inizia subito a polimerizzare, ma resta lavorabile per un tempo che varia con la temperatura – da 20 – 25 minuti in inverno a soli 4 – 5 minuti in piena estate.

Fasi operative passo-passo

  1. Foratura Si pratica un foro di diametro e profondità prescritti dal produttore: per una barra M12, ad esempio, spesso si richiedono Ø 14 mm e 110 mm di profondità.
  2. Pulizia accurata Tre colpi di aria compressa alternati a tre passaggi di scovolo metallico eliminano polvere e detriti. La percentuale di resina che aderisce cala di oltre 50 % se il foro resta sporco.
  3. Estrusione Si scarta la prima miscela (circa 10 cm di cordolo) finché la resina esce di colore uniforme, poi si riempie il foro per 2/3 partendo dal fondo. Nei laterizi forati si usa un manicotto retinato che trattiene il prodotto negli alveoli.
  4. Inserimento della barra La barra filettata viene avvitata a bassa velocità; il moto elicoidale la centra, evacua bolle d’aria e spinge la resina nei micro-pori del supporto.
  5. Tempo di presa Nessun carico va applicato prima del curing completo: da 30 minuti a qualche ora, secondo la scheda tecnica e la temperatura del calcestruzzo.
  6. Serraggio finale Raggiunta la polimerizzazione, il dado può essere serrato con la coppia indicata; la resina non si “slega” e funziona come un innesto monolitico.

Tipi di resina e campi d’impiego

Resina Carichi Tempo presa Tempi brevi ≤ 5 °C Supporti tipici Plus e limiti
Poliestere vinilestere medio-alti rapido sì calcestruzzo non fessurato, pieno laterizio economica, leggera odore di stirene
Ibrida epossi-acrilato alti medio discreto calcestruzzo, pietra naturale buona versatilità, coste contenute
Epossidica pura altissimi lento ottimo calcestruzzo fessurato, barre da ripresa nessun ritiro, usi strutturali; costosa
Metacrilato ad alta velocità medio molto rapido limitato fissaggi urgenti, basse temperature presa in 10 min., ma rilascio calore elevato

Vantaggi rispetto ai tasselli meccanici

  • No espansione → nessun rischio di fessurare materiali friabili.
  • Spazio minimo → possibile fissare vicinissimo a bordi o a interasse ridotto.
  • Impermeabilizzazione → la resina sigilla il foro, prevenendo correnti di carbonatazione verso l’armatura passiva.
  • Elevati carichi → sfrutta quasi tutto il diametro del foro, con scorrimento trascurabile.

Accortezze e limiti

  • Resina sensibile alla temperatura: stoccare le cartucce lontano dal freddo sotto 5 °C o dal sole cocente.
  • Data di scadenza: dopo 12-18 mesi i catalizzatori perdono reattività.
  • In ambienti satolli d’acqua, scegliere formulazioni approvate ETAG per fori umidi o allagati.
  • Iniezione continua: interrompere la pressione crea bolle d’aria.
  • Pulizia imprescindibile: in mattoni forati usare tassello a rete, altrimenti la resina cola via.

Norme e certificazioni

Gli ancoraggi chimici destinati a carpenteria strutturale devono possedere ETA secondo ETAG 001 opzione 1 (calcestruzzo fessurato) o opzione 7 (non fessurato) e, dal 2022, la marcatura EAD 330499-00-0601 per barre da ripresa. In ambito antisismico occorre la classificazione C2. I produttori forniscono software di calcolo per definire lunghezze di ancoraggio, distanze da bordo e coppie di serraggio secondo Eurocodice 2 e NTC 2018.

Conclusioni

Il tassello chimico trasforma un foro in una presa solidale grazie alla resina che incolla e trasforma in un tutt’uno barra e calcestruzzo. È la soluzione di riferimento quando serve elevata capacità di carico, fissaggio vicino a bordi, recupero di ferri d’armatura o posa in materiali porosi dove la classica bussola ad espansione spaccherebbe il supporto. Rispetta gli step di pulizia, iniezione e maturazione, scegli la resina adatta e otterrai un ancoraggio sicuro quanto – o più di – un tassello metallico, ma con la delicatezza di un gesto che non stressa la struttura esistente.

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