Il caco fa parte di quell’immenso paniere di biodiversità della frutta locale e stagionale: matura per un ristretto periodo dell’anno, la sua conservazione e commercializzazione non è molto facile ma ha un sapore eccezionale e rimanda alla tradizione contadina delle nostre terre. L’albero di cachi fa infatti parte del tipico paesaggio rurale veneto, con la sua forma contorta e i meravigliosi frutti arancioni che, se non colti dal proprietario, diventano stupende riserve di cibo per i volatili di diverse specie.
In questo periodo dell’anno non dovrebbero mancare nella cesta di frutta, tanto più che possono essere acquistati leggermente acerbi e fatti maturare con calma in casa, a temperatura ambiente, meglio se vicino a delle mele, che ne accelerano il processo di maturazione. Oltre che dalla mollezza della polpa, è possibile valutare il grado di dolcezza anche dal disegno “a ragnatela” nera che compare sulla scorza di alcuni: tanto più questa sarà diffusa, tanto più il caco sarà maturo e zuccherino; eviteremo così quello sgradevole sapore astringente in bocca tipico dei frutti ancora immaturi. Fanno eccezione i cachi della tipologia vaniglia che invece restano sodi anche a completa maturazione: sono più semplici da consumare e con un sapore più omogeneo rispetto a quelli a polpa morbida.
Per accogliere le nuove esigenze dei consumatori i ricercatori hanno selezionato nuove varietà di loti dalla polpa più dura, che si consumano tagliati a fette, senza sporcarsi, con la buccia di un arancio molto carico, quasi tendente al rosso. Hanno una stagionalità che inizia a metà ottobre e prosegue, con diverse provenienze (prima Spagna, poi sud Italia) fino a febbraio.
Cultivar e zone di produzione
Nella nostra penisola sono diffuse diverse varietà, di cui le più apprezzate sono il Loto di Romagna e i pregiatissimi cachi Vaniglia della Campania. Attenzione però al consumo di questi saporitissimi frutti, di qualsiasi varietà essi siano: il caco è infatti composto circa dal 18% di zuccheri, 80% di acqua, 1% di proteine e 1% di grassi oltre a vitamina C, beta-carotene e potassio, ma è piuttosto calorico – ecco perché viene particolarmente consigliato agli sportivi, ma meglio astenersi da scorpacciate in caso di regimi dietetici controllati.
Curiosità etimologiche e botaniche
Sebbene la sua forma contorta faccia parte del paesaggio rurale delle nostre terre, bisogna sapere che l’ albero di cachi è originario nientemeno che dell’Estremo Oriente e importato in tempi relativamente recenti in Europa, nel corso del XIX secolo. Ecco il motivo per cui il nostro Diospyros kaki – questo è infatti il suo aulico nome botanico, letteralmente in greco antico “fuoco di Dio”, forse per il suo acceso colore arancione dorato – è anche conosciuto come Loto del Giappone. Molto amato in Oriente per i suoi accesi colori che contrastano con la spoglia vegetazione autunnale, questa pianta della grande famiglia delle Ebanacee è chiamato anche “albero delle 7 virtù”: la saggezza contadina orientale attribuisce a questa pianta le caratteristiche di avere una notevole longevità, essere un ottimo rifugio per uccelli grazie ai grandi rami, abbellire i giardini con le sue foglie e i suoi frutti anche in autunno, proiettare una grande ombra, avere un legno molto resistente ai parassiti ma al tempo stesso ottimo da bruciare e di favorire la concimazione naturale del terreno circostante. Un altro nome con cui è conosciuto il cachi è “albero della pace” per la leggenda secondo cui, grazie alle sue straordinarie doti di resistenza, dopo il terribile bombardamento atomico di Nagasaki del 9 agosto del 1945 in città rimasero in piedi solo alcuni alberi di cachi.
RICETTA
TORTA DI CACHI
Ingredienti
600 g cachi
300 farina
170 g zucchero semolato
2 uova
50 g olio extra vergine d’oliva
scorza grattugiata di un limone
1 bustina di lievito vanigliato per dolci
Preparazione
lavate e sbucciate i cachi, quindi schiacciate la polpa con una forchetta; mettetela dentro ad un colino e lasciatela riposare per una mezzoretta. Sbattete nel frattempo i rossi d’ uovo con lo zucchero, aggiungete l’olio extra vergine d’oliva a filo e mescolate con cura: unite gli albumi precedentemente montati a neve ben ferma e mescolate con cura fino ad ottenere un composto schiumoso e omogeneo. Unite la scorza del limone e la polpa dei cachi. Setacciate a parte la farina con il lievito e aggiungetela lentamente al composto, facendo attenzione ad evitare i grumi. Imburrate una teglia rotonda e versate la preparazione, quindi cucinate in forno già caldo a 180° per 35 – 40 minuti: la superficie dovrà avere un bel colorito dorato. Sfornate il dolce e lasciatelo raffreddare a temperatura ambiente: servite cosparso di zucchero a velo.