La Psylla vive esclusivamente sul pero e attacca foglie, germogli, fiori, frutticini appena allegati, frutti maturi, rametti semilegnosi provocando disseccamenti delle foglie e deperimento della pianta.
La melata prodotta causa ustioni e imbrattamento delle foglie e dei frutti con conseguente fumaggine, che oltre ad ostacolare la fotosintesi, deprezza commercialmente i frutti; è vettore di micoplasmi (Pear decline).
La trasmissione del micoplasma è massima quando in estate o in autunno i micoplasmi sono passati dall’apparato radicale alla chioma per cui la diffusione avviene più massiccia se sono presenti molte popolazioni di Psylla.
La Psylla infesta particolarmente la “Wiiliam” e la “Decana del comizio” e quei giovani pereti dove irrazionali potature e concimazioni troppo azotate con frequenti annaffiature, a reso il frutteto più vulnerabile.
La Psylla sverna come femmina in diapausa ovarica riparata sulla pianta; durante l’inverno nelle giornate più calde fuoriesce dal riparo e va ad alimentarsi pungendo le gemme e i brindilli.
Quando la temperatura raggiunge i 10°C la femmina lascia il suo riparo ed inizia la ovodeposizione, deponendo circa 300-400 uova alla base delle gemme o sulle lamburde.
Le giovani neanidi invadono i fiori, e successivamente i piccoli frutticini e le nuove foglioline; compiono 3 cicli da neanide e 2 da ninfa e verso la fine di aprile diventano adulte.
La seconda generazione, avviene verso la fine di maggio, mentre la terza generazione nel mese di giugno. Durante il periodo estivo la Psylla rallenta la sua attività e sviluppo. per poi ricrescere nel periodo autunnale per compiere altre 2 generazioni; durante l’arco dell’anno riesce a completare 5 generazioni, gli ultimi adulti compaiono nel mese di ottobre per poi alla fine di novembre cercarsi il riparo per trascorrere l’inverno.
Diverse sono le modalità di lotta: in autunno quando la pianta si defoglia, si possono colpire gli adulti svernanti; a fine inverno, all’inizio dell’ingrossamento delle gemme per colpire le femmine e le uova deposte; nel corso della stagione calda per colpire le femmine le uova e le neanidi.
Per contenere le popolazioni e l’imbrattamento della melata, vanno eseguite irrorazioni con abbondanti quantità d’acqua con l’aggiunta di saponi potassici.
Nel periodo autunnale si può ricorrere all’uso di piretroidi, ma dovranno essere applicati quando le piante si saranno defogliate e gli Antocoridi predatori di Psylla, sono già al riparo invernale, mentre le forme svernati di Psylla sono ancora presenti sulle piante.
A fine inverno si effettuano applicazioni con piretroidi contro le femmine uscite dai ripari, ottenendo con questi trattamenti l’abbattimento del 50% delle uova deposte.
Come ovicida si impiega il DNOC distruggendo così tutte le uova presenti e quelle che verranno deposte nei primi giorni dopo il trattamento.
Nei trattamenti estivi contro le uova bianche e le neanidi danno un buon risultato i chitino-inibitori quali Diflubenzuron e Triflumuron con eventuali aggiunte di olio bianco oppure Teflubenzuron e Exaflumuro contro le uova che sono al termine dello sviluppo embrionale.
Contro le neanidi, semplici lavaggi, hanno il potere di disperderle; trattamenti di Amitraz e Abamectina sono una buona alternativa.
Una nuova tecnica da usare contro le neanidi e ninfe protette dalla melata, sono i lavaggi a pressione a base di Diotilsolfosuccinato di sodio che ha effetto detergente.
Si deve tenere presente che trattamenti indiscriminati, nel periodo vegetativo, possono distruggere le popolazioni di Antocoridi (predatori di psylla) presenti in gran quantità nel periodo estivo.
In caso di infestazioni limitate è sufficiente fare dei lavaggi che favoriscono l’azione disidratante del sole, sopratutto nelle giovani neanidi e non distruggono le popolazioni di ausiliari.
Nell’ambito familiare lavate la pianta da quando inizia a vegetare e fatelo per tutta la stagione, non gli fa male (io lavo tutte le mie piante perché sono contrario ai trattamenti), molte persone ora si scandalizzeranno per questa mia affermazione.
I lavaggi riescono a contenere i livelli di infestazione dei vari parassiti entro limiti più che accettabili evitando il ricorso agli antiparassitari di sintesi.